domenica 25 agosto 2013

Un anno e quattro giorni.

Ho dato un'occhiata agli ultimi post del blog, prima che si arrestasse definitivamente. Aveva già subito una piccolissima nota d'arresto, ma confronto a questa, quella durò molto poco.

Se comunque il blog si è fermato, un motivo c'è stato...ovviamente. Se c'è stato uno stop, poi una falsa ripartenza, e poi uno stop definitivo -durato molto a lungo- è perché, ovviamente, ero già io, ad essermi fermato. Qualche tempo prima.

Rileggendo i post della falsa ripartenza, che ho apprezzato tutti (non scrivo mai cose a caso: se scrivo è perché ho qualcosa da dire. A quel punto, uno può fermarsi a leggere il superficiale di quel che scrivo, magari farsi una risata, concordare o anche discordare con quel che scrivo...oppure cercare di fare una analisi più profonda. Cercare di vedere se sto dicendo anche altro), tra tutti ho prediletto questo. Quello che parlava nelle mie intenzioni di far ripartire il blog. 

Le intenzioni e le reali azioni non sempre coincidono. Non sempre uno ce la fa.

Non commetterò lo stesso errore anche stavolta. Non dirò che il blog riparte oggi, da qui.

Ora sono abbastanza vecchio e saggio da sapere che non possiedo più abbastanza forze, e forse nemmeno voglia, di portare avanti quello che in cuor mio mi piacerebbe vedere già concreto. Mi tradiscono la resistenza, la pazienza, forse alcuni muri che sono ormai crollati. Muri che pur avendo, crollando, liberato alcune mie antiche paure -ora libere di andare per la loro strada-, costituivano anche alcune delle mie fondamenta. Fondamenta che non ci sono più e che davano alla struttura del mio essere la spinta per fare.

Quindi, no, non credetemi se vi dico che questo blog riparte oggi. Perchè non è vero.

Ho detto che tutto si fermò un giorno preciso prima di quella falsa ripartenza. Ebbene, oggi sono passati esattamente un anno e quatto giorni da quel momento. Da quello stop.

Ho voluto far passare anche quattro giorni per esser sicuro di volere realmente scrivere queste parole. Di averne il coraggio, forse. Non mi bastava un anno.

E per esser certo di avere qualcosa da dire.

Ecco cosa ho da dire: l'anno scorso, quel giorno, ho lasciato a metà la stesura di un romanzo, la lettura di un libro, la visione di una serie tv. Oltre ad un miliardo di altre cose.

E oggi, per esser certo di non perdere nessun filo del discorso, quella serie tv ("E alla fine arriva mamma") ho ricominciato a guardarla dall'inizio ed ho superato il punto cui ero arrivato. Il libro ("Il taccuino di Sherlock Holmes") l'ho riletto dall'inizio ed ho superato il punto cui ero arrivato.

Mi si potrebbe dire che ricomincio dalle facezie. Ma io odio lasciare le cose a metà, non l'ho mai sopportato. Magari impiego tempi memorabili per portarle alla conclusione, ma alla fine ci arrivo.

Per quelle che contano, s'intende. La vita è fatta anche dell'iniziare cose senza troppa importanza. E' giusto iniziarle quando sembra che servano, è giusto interromperle quando acquistano il loro peso reale. Come è giusto portare a compimento le cose importanti...non importa quanto tempo ci vorrà.

Ed ecco perché aggiungo che il 29 settembre uscirà il mio primo romanzo digitale su Amazon. Non è il romanzo che stavo scrivendo, ma non perché l'ho abbandonato. Giuro.

Solo che questo era più importante.

Il perché lo dirò dopo la pubblicazione.

Chiudo solo ripetendo ancora che non è oggi che riparte il blog. Ci sono mille cose che non sono ancora in grado di fare, che piano piano, giorno dopo giorno recupero, un grammo alla volta, forse meno, la spinta.

Ci vuole molto tempo prima che una ferita molto grave si rimargini. E ci vuole molto tempo prima anche solo di riuscire a capire che si sta rimarginando.

Il blog era già ripartito alla falsa ripartenza, in realtà. Ora lo so.

Prossimamente parliamo del romanzo che sta per uscire, e...dove eravamo.



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