martedì 26 giugno 2012

E poi arriva questo - Dylan Dog, il film (parte seconda)

incipit:


Phab: hai mica letto il post che ho scritto ieri?
Ric: quello sui film di DD?
Phab: yes
Ric: sì.
Phab: mo' parlo del film di Dylan Dog
Ric: ah!!!
Ric: quello bello.
Ric: anzi
Ric: quello e basta.






Svolgimento:



E poi arriva questo.



No, davvero. Quando ne ho sentito parlare la prima volta non volevo crederci. Ogni volta che usciva un'intervista al regista, sembrava che si scusasse per qualcosa: "No, perchè abbiamo avuto questo tipo di problema qua...e quello là...insomma, piccole cose, ma tutto sommato nulla di trascendentale". La cosa interessante era che, nonostante tutto, si dichiarava sempre comunque soddisfatto di come il film fosse rimasto veramente fedele all'idea originale.


L'idea di Buffy l'ammazzavampiri, intendeva dire.



Vediamo queste piccole differenze che, dice, erano necessarie per poter realizzare il fim.

In primo luogo, NON C'E' GROUCHO.

Cazzo.

Non c'è Groucho.

Non c'è.

Groucho.

Cioè, non so se avete capito, o forse l'avete sentito dire, o magari avete visto il film, nel caso provo pietà per voi, cioè, davvero, se avete bisogno di qualcosa fatemelo sapere, ma NON C'E' GROUCHO.


Ora. Dire che in un film su Dylan Dog non c'è Groucho e affermare che comunque è fedele al fumetto originale significa che...no, non ci siamo. Di cosa stiamo parlando? Il regista non lo sa. Noi si: di UNA MERDA.

Ma passiamo oltre. Groucho non c'è perchè la famiglia Marx chiede dei diritti talmente alti sulla figura del personaggio che risulta assolutamente INUTILIZZABILE.

Evabbè. Questo mi spinge ad interrogarmi sulla struttura effettiva della legge sul diritto d'autore, quanto ci si può spingere avanti nell'utilizzare una cosa non tua o nel chiedere diritti per il proprio utilizzo? Ho parlato un quintiliardo di volte di copyright (e di certo non mancherò di farlo ancora), ma delle esagerazioni non abbiamo avuto ancora modo di trattare.

Comunque, Groucho non si può usare. Come diamine hanno fatto ad utilizzarlo per quasi trent'anni in italia nel fumetto? Sempice, con un cavillo burocratico poco noto ma al contempo molto usato: SE NE SONO SBATTUTI I MARRONI.



Questo fa dell'intera opera a fumetti italiana più venduta di tutti i tempi una possibile violazione continuata del diritto d'autore? E' probabile. Ciò nonostante, sembra che nello stesso modo in cui l'opera e la figura di Groucho Marx è ampiamente coperta negli Stati Uniti, ugualmente non gliene frega niente a nessuno al di fuori degli stessi. Probabilmente perchè il resto del mondo gli riderebbe in faccia, a quel paese di esagerati lunatici che sono, appunto, gli Stati Uniti.

Purtroppo il film è americano.



Del resto, già nell'uscita americana dei Bonelli comics, anni fa, la figura di Groucho era stata ritoccata con Felix. Dont' ask...




Andiamo avanti con le ridicolaggini sul diritto d'autore americano? Dai che sono veramente roba che non è roba. Tanto lo sapete che comunque prima o poi ci torno, pure su questa cosa.

Lo sapevate che la Disney ha messo il copyright sui MAGGIOLINI (ONI) bianchi?!? Per proteggere Herbie!


Ma solo in America!! E' giusto di qualche mese fa l'idea di Facebook che ha cercato di registrare la parole "face". Vi lascio ragionare sulle implicazioni della cosa.


Domani registro il mio cognome. Da dopodomani tutti i postini del regno dovranno pagarmi le royalities. Così magari riesco anche a rimettere a posto le mie economie, che ormai queste politiche di merda hanno portato alla rovina finale.

Oh, poi venitemi a dire che la Disney non è potente. Il Copyright su un'auto di un preciso colore. Fosse almeno della Volkswagen. No, della Disney. Che sta guidando la legge sul copyright a livello mondiale.

Ricordatemelo che poi parliamo anche di questo. Poi ci sarebbe da fare anche un discorsetto sulla Disney, la Marvel e il futuro di Dylan Dog...

Comunque, davvero, il maggiolone bianco non si può usare. Così ne ha uno con i colori invertiti. Nero con la capotte bianca. E vabbè, via, può averlo cambiato. Anche perchè ci troviamo, probabilmente, molti anni dopo l'ULTIMA storia di Dylan Dog (questo comporterebbe precise scelte a livello di trama, ma tant'è, fanculo alla continuity).


Diversi anni dopo l'ultima storia, dicevamo, nel corso della quale un evento traumatico tremendamente forte dovrebbe averlo spinto a lasciare tutto, Londra e Groucho compresi. E anche Bloch, ovviamente. A parte che ormai questo dovrebbe essere bello che andato, mentre il nostro old boy (per l'occasione trasformato in old man) continua immancabile la sua eterna giovinezza (invecchierà mai? Ricordo stralci di futuro in cui si, invecchia).


Insomma: via Londra, via Groucho, via il maggiolone. Dice: il resto sarà rimasto uguale, almeno. Almeno la Boleo sarà quella. Il regista garantiva che almeno quella era giusta, e ne era veramente contento. Insomma, taglio corto? Non è quella la pistola, non è quella la scrivania, non è quello il galeone. Non è quella nemmeno la città, e nemmeno IL CONTINENTE! Per altro, in una foto si intravedono due tizi, un Kojak sovrappeso con una calotta calva di plastica e un imbecille travestito da Groucho. Il primo dovrebbe esser Bloch.




Che pena.


Ma quello che veramente non è lui è DYLAN. "Non servono piani, solo pistole più grosse". Dai. Inoltre, come se veramente non ne avessimo gli Hardisk pieni, solito scontro tra lupi mannari e vampiri. Quello che sbriluccica non è bastato, non l'hanno ancora capito.

Qualche zombi, una vaga idea di sovrannaturale, armi a gogo, pomodori, insalata, un filo d'olio e servire freddo.

Ai ferri corti: il film fa schifo. Uscito come Dead of Night, il cognome DOG non compare scritto neppure sulla porta dell'indagatore (c'è, ma una abile regia lo copre con un riflesso), salvo poi ricomparire magicamente in alcune versioni americane della locandina. Non ho ancora avuto modo di vederlo in inglese, ma se ho capito bene, il personaggio in lingua originale è Dylan, e basta.

Preso così, regge bene il paragone con Buffy. Se vi è piaciuta la famosa serie, probabilmente vi piacerà anche questo. E poi il personaggio è un duro, uno spaccone, se parlasse pure un po' sboccato e con accento romanesco sarebbe quasi meglio di Nico Giraldi.



QUASI.

Solo che per noi è uscito come Dylan Dog. Ne vogliamo parlare?

Qualcuno è riuscito a sopportare il tradimento che questo film compie nei confronti del personaggio?


Poi con calma parliamo anche di Marcus. E di Sclavi il vampiro. E di Borelli. Si, Borelli. Forse volevano dire Bonelli ma qualcosa mi dice che il buon Sergio non vedesse di buon occhio il film...

Per il momento plachiamoci con la notizia, fortemente ufficiosa, per ora, che esisterebbe un progetto, sempre di Soavi, per il sequel di Dellamorte Dellamore.


Domani invece se ce la facciamo parliamo di Dylan Dog: l'inizio.




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